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Coltivare il Glicine, Pianta Rampicante Bellissima (Ma Difficile)
La Wisteria o glicine è una rampicante conosciutissima e amata, nei giardini e in balconi. Cosa fare e cosa non fare
Lidia Zitara
2019年9月6日
Il colore del glicine e il suo profumo soave, dolce, che si avverte fin da lontano, la rendono una delle piante rampicanti più apprezzate in giardino. Anche i più distratti difficilmente non riconoscono un glicine o non ne sono colpiti nel momento in cui fiorisce. La sua adattabilità e la capacità di essere riprodotto facilmente tramite propaggine, cioè piegando e interrando i rami che poi propagano, ne hanno decretato una diffusione mondiale.
Tutti vorrebbero coltivare un glicine, ma attenzione, perché è una pianta dalla doppia personalità e nasconde molte difficoltà.
Ha un volto è romantico e mellifluo, l’altro terribilmente invadente e dispotico. Vediamo assieme come coltivare il glicine e ottenere il massimo da questa pianta.
Tutti vorrebbero coltivare un glicine, ma attenzione, perché è una pianta dalla doppia personalità e nasconde molte difficoltà.
Ha un volto è romantico e mellifluo, l’altro terribilmente invadente e dispotico. Vediamo assieme come coltivare il glicine e ottenere il massimo da questa pianta.
Pregi e difetti
Chi mai può resistere al colore tipico di questi fiori, grappoli che possono essere lunghi anche un metro? Chi non si intenerisce al languido contrasto con il fogliame giovane, giallastro e pubescente, una vera promessa di primavera? Vogliamo parlare del profumo dolce e mielato?
Pare che Flora stessa abbia benedetto questa pianta con una immensità di doni.
E allora? Allora dietro questo aspetto zuccheroso e romantico si cela un temperamento spietato, che fagocita qualsiasi cosa gli si ponga davanti, un essere immortale, che rigetta anche dopo tagli a zero e litri di diserbante, che piega ringhiere e scardina finestre, solleva pavimentazioni e spacca tubature.
“Despota due volte centenario” lo definì Colette nel libro Per un erbario (Passigli, 2002) e mai nessuna definizione fu più azzeccata.
Chi mai può resistere al colore tipico di questi fiori, grappoli che possono essere lunghi anche un metro? Chi non si intenerisce al languido contrasto con il fogliame giovane, giallastro e pubescente, una vera promessa di primavera? Vogliamo parlare del profumo dolce e mielato?
Pare che Flora stessa abbia benedetto questa pianta con una immensità di doni.
E allora? Allora dietro questo aspetto zuccheroso e romantico si cela un temperamento spietato, che fagocita qualsiasi cosa gli si ponga davanti, un essere immortale, che rigetta anche dopo tagli a zero e litri di diserbante, che piega ringhiere e scardina finestre, solleva pavimentazioni e spacca tubature.
“Despota due volte centenario” lo definì Colette nel libro Per un erbario (Passigli, 2002) e mai nessuna definizione fu più azzeccata.
Lo spazio prima di tutto
Una sola pianta di glicine può agevolmente raggiungere i venti metri, anche più. Quindi piantatelo se avete davvero molto spazio. Non è quel tipo di pianta a cui si può dare una spuntatina per contenerla in spazi modesti: prima o poi vi sfuggirà. In particolare siate accorti vicino a strutture pubbliche, confini con i vicini, strade, scoli fognari e ovunque chioma e radici, alla lunga, possano creare problemi anche di ordine legale.
Per la maggior parte degli arbusti, la competizione radicale contro un glicine è persa in partenza, ma il lato positivo è che l’apparato radicale, sebbene potentissimo, non è esteso quanto la chioma. Al piede tende a lignificare abbondantemente, con radici che emergono dal terreno, molto invasive.
Il glicine piega il ferro, nel tempo, con una certa nonchalance, tenetene conto se volete un pergolato, e optate per travature in legno.
È una pianta longeva, ma che non sopporta il trapianto.
Una sola pianta di glicine può agevolmente raggiungere i venti metri, anche più. Quindi piantatelo se avete davvero molto spazio. Non è quel tipo di pianta a cui si può dare una spuntatina per contenerla in spazi modesti: prima o poi vi sfuggirà. In particolare siate accorti vicino a strutture pubbliche, confini con i vicini, strade, scoli fognari e ovunque chioma e radici, alla lunga, possano creare problemi anche di ordine legale.
Per la maggior parte degli arbusti, la competizione radicale contro un glicine è persa in partenza, ma il lato positivo è che l’apparato radicale, sebbene potentissimo, non è esteso quanto la chioma. Al piede tende a lignificare abbondantemente, con radici che emergono dal terreno, molto invasive.
Il glicine piega il ferro, nel tempo, con una certa nonchalance, tenetene conto se volete un pergolato, e optate per travature in legno.
È una pianta longeva, ma che non sopporta il trapianto.
Se non fiorisce
Abbiate sempre l’accortezza di acquistare il glicine fiorito. Qualche tempo fa rivenditori e vivaisti hanno venduto glicini nati da seme, forse anche in buona fede, ma gli esemplari nati da seme impiegano anni a fiorire, se mai lo fanno.
Acquistarlo fiorito vi garantisce anche di scegliere varietà che vi piacciono per colore o forma del grappolo.
La specie più diffusa è la Wisteria sinensis, del colore tipico, ma ne esistono molte specie, americane e giapponesi soprattutto, con grappoli corti e tondeggianti, oppure lunghissimi e affusolati, dai colori che abbracciano i blu intensi, i viola, il bianco, il rosa.
Il glicine è adattabilissimo; in terreni poveri e sabbiosi stenta un po’, mentre preferisce quelli argillosi, anche compatti. Avendo un fusto legnoso, che il piede prenda sole o ombra è indifferente, l’importante è che non sia in ombra completa (dalla quale emergerebbe comunque, arrampicandosi su qualsiasi cosa lo separi dalla luce).
A parte i primi anni di impianto non richiede molta acqua, neanche in climi arsi, almeno per la prima fioritura primaverile, che avviene prima della comparsa del fogliame.
Clicca qui per accedere a Project Match, il servizio gratuito di Houzz che ti propone i migliori professionisti nella tua zona
Abbiate sempre l’accortezza di acquistare il glicine fiorito. Qualche tempo fa rivenditori e vivaisti hanno venduto glicini nati da seme, forse anche in buona fede, ma gli esemplari nati da seme impiegano anni a fiorire, se mai lo fanno.
Acquistarlo fiorito vi garantisce anche di scegliere varietà che vi piacciono per colore o forma del grappolo.
La specie più diffusa è la Wisteria sinensis, del colore tipico, ma ne esistono molte specie, americane e giapponesi soprattutto, con grappoli corti e tondeggianti, oppure lunghissimi e affusolati, dai colori che abbracciano i blu intensi, i viola, il bianco, il rosa.
Il glicine è adattabilissimo; in terreni poveri e sabbiosi stenta un po’, mentre preferisce quelli argillosi, anche compatti. Avendo un fusto legnoso, che il piede prenda sole o ombra è indifferente, l’importante è che non sia in ombra completa (dalla quale emergerebbe comunque, arrampicandosi su qualsiasi cosa lo separi dalla luce).
A parte i primi anni di impianto non richiede molta acqua, neanche in climi arsi, almeno per la prima fioritura primaverile, che avviene prima della comparsa del fogliame.
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In balcone o terrazza, con o senza vaso
Coltivarlo in vaso non è impossibile, ma richiede sorveglianza. Bisogna prima d’ogni cosa acquistare o farsi fare un vaso adatto, grande, possibilmente rinforzato con maglia metallica. Deve essere separato dalla pavimentazione con un foglio di metallo resistente all’acqua, per impedire che le radici escano dai fori di drenaggio e si infilino nelle fessure del pavimento. Prima o poi il vaso si spaccherà, tenetene conto.
Come per le rose, a un certo punto sarà necessario sostituire la pianta con un esemplare più piccolo.
Mentre un’opzione sempre valida perché un festone di fiori adorni la ringhiera del balcone è – se possibile – piantare il glicine in terra, guidandolo verso l’alto, cosa che non troverà difficile da fare. Questo vale per altre rampicanti a fusto legnoso e invasive, come la vite e la Bougainvillea.
Sarà poi sufficiente indirizzare pochi tralci verso la ringhiera e effettuare un’attenta potatura di produzione per ottenere una cortina di fiori come nella foto. Il bello di questo sistema è che quando i rami iniziano a impossessarsi della ringhiera possono essere tagliati, rimossi e sostituiti con getti più giovani ma egualmente fioriferi.
Coltivarlo in vaso non è impossibile, ma richiede sorveglianza. Bisogna prima d’ogni cosa acquistare o farsi fare un vaso adatto, grande, possibilmente rinforzato con maglia metallica. Deve essere separato dalla pavimentazione con un foglio di metallo resistente all’acqua, per impedire che le radici escano dai fori di drenaggio e si infilino nelle fessure del pavimento. Prima o poi il vaso si spaccherà, tenetene conto.
Come per le rose, a un certo punto sarà necessario sostituire la pianta con un esemplare più piccolo.
Mentre un’opzione sempre valida perché un festone di fiori adorni la ringhiera del balcone è – se possibile – piantare il glicine in terra, guidandolo verso l’alto, cosa che non troverà difficile da fare. Questo vale per altre rampicanti a fusto legnoso e invasive, come la vite e la Bougainvillea.
Sarà poi sufficiente indirizzare pochi tralci verso la ringhiera e effettuare un’attenta potatura di produzione per ottenere una cortina di fiori come nella foto. Il bello di questo sistema è che quando i rami iniziano a impossessarsi della ringhiera possono essere tagliati, rimossi e sostituiti con getti più giovani ma egualmente fioriferi.
Potatura estiva
Il glicine può vivere, prosperare e fiorire abbondantemente anno dopo anno senza alcuna potatura, arrivando a coprire spazi davvero enormi. Ma per chi ha una esigenza di tenerlo in dimensioni accettabili, la potatura diventa una routine.
L’obiettivo è tenere le branche laterali corte, molto accoste alla struttura dei fusti principali, per compattarne le dimensioni.
La potatura va fatta due volte l’anno, dopo la seconda fioritura e in inverno.
In estate, a luglio o agosto, si eliminano i tralci non desiderati, succhioni, propaggini autoformatesi, e tutti i rami scomposti o indesiderati. Così si dà aria alla chioma e maggiore luce al piede della pianta.
Si accorciano i getti nuovi fino a cinque, sei gemme, anche meno se lo spazio è poco. La potatura estiva serve più che altro a contenere la pianta e incoraggiare la formazione di gemme fiorifere.
A molti piacciono i baccelli del glicine, quindi la potatura estiva può essere rimandata anche di un paio di mesi dopo la fioritura.
Il glicine può vivere, prosperare e fiorire abbondantemente anno dopo anno senza alcuna potatura, arrivando a coprire spazi davvero enormi. Ma per chi ha una esigenza di tenerlo in dimensioni accettabili, la potatura diventa una routine.
L’obiettivo è tenere le branche laterali corte, molto accoste alla struttura dei fusti principali, per compattarne le dimensioni.
La potatura va fatta due volte l’anno, dopo la seconda fioritura e in inverno.
In estate, a luglio o agosto, si eliminano i tralci non desiderati, succhioni, propaggini autoformatesi, e tutti i rami scomposti o indesiderati. Così si dà aria alla chioma e maggiore luce al piede della pianta.
Si accorciano i getti nuovi fino a cinque, sei gemme, anche meno se lo spazio è poco. La potatura estiva serve più che altro a contenere la pianta e incoraggiare la formazione di gemme fiorifere.
A molti piacciono i baccelli del glicine, quindi la potatura estiva può essere rimandata anche di un paio di mesi dopo la fioritura.
Potatura invernale
Dopo la caduta delle foglie la struttura della pianta è più visibile, quindi ci si orienta meglio.
Se alcuni rami sono morti o anneriti dopo la potatura estiva, eliminateli (è piuttosto comune).
In gennaio o febbraio si accorciano i rami lunghi cresciuti dopo la potatura estiva da cinque a due gemme, a seconda di quanto volete la fioritura accosta al tralcio principale. In molti fanno una potatura davvero corta, per poi ottenere un festone di fiori. Si tratta di gusti, ma il festone di glicine appare un po’ lezioso e poco originale.
In verità non è difficile, ma impegnativo e laborioso, specie se la pianta è grande.
Dopo la caduta delle foglie la struttura della pianta è più visibile, quindi ci si orienta meglio.
Se alcuni rami sono morti o anneriti dopo la potatura estiva, eliminateli (è piuttosto comune).
In gennaio o febbraio si accorciano i rami lunghi cresciuti dopo la potatura estiva da cinque a due gemme, a seconda di quanto volete la fioritura accosta al tralcio principale. In molti fanno una potatura davvero corta, per poi ottenere un festone di fiori. Si tratta di gusti, ma il festone di glicine appare un po’ lezioso e poco originale.
In verità non è difficile, ma impegnativo e laborioso, specie se la pianta è grande.
Luoghi comuni sulla potatura
Si dice che se una vecchia pianta non fiorisce o non ha mai fiorito, bisogna potarla a zero. Questa pratica non ha riscontro e non garantisce che il glicine fiorirà. Di solito la mancata fioritura è dovuta alla riproduzione da seme e non da innesto. Più raramente da una posizione inadeguata, completamente in ombra, dalla vicinanza con grandi alberi o da una concimazione super–azotata.
Il consiglio in questi casi è di rimuovere l’esemplare, ammendare il terreno e sostituirlo con una pianta già fiorita.
Se la mancata fioritura è dovuta all’ombra profonda non c’è molto da fare, poiché il glicine mal sopporta il trapianto. Conviene eliminare l’esemplare in ombra e acquistarne un altro da collocare in posizione idonea.
Il glicine può essere coltivato come bonsai, questo ci dà la misura di quanto sia adattabile alla potatura (non tutte le piante possono diventare bonsai) e di quanto la fioritura risponda bene a potature severe, purché armoniche.
Si dice che se una vecchia pianta non fiorisce o non ha mai fiorito, bisogna potarla a zero. Questa pratica non ha riscontro e non garantisce che il glicine fiorirà. Di solito la mancata fioritura è dovuta alla riproduzione da seme e non da innesto. Più raramente da una posizione inadeguata, completamente in ombra, dalla vicinanza con grandi alberi o da una concimazione super–azotata.
Il consiglio in questi casi è di rimuovere l’esemplare, ammendare il terreno e sostituirlo con una pianta già fiorita.
Se la mancata fioritura è dovuta all’ombra profonda non c’è molto da fare, poiché il glicine mal sopporta il trapianto. Conviene eliminare l’esemplare in ombra e acquistarne un altro da collocare in posizione idonea.
Il glicine può essere coltivato come bonsai, questo ci dà la misura di quanto sia adattabile alla potatura (non tutte le piante possono diventare bonsai) e di quanto la fioritura risponda bene a potature severe, purché armoniche.
Specie più diffuse:
Wisteria sinensis (glicine comune, glicine cinese);
Wisteria floribunda (glicine giapponese);
Wisteria brachybotrys;
Wisteria frutescens (glicine americano);
Wisteria macrostachya.
Questo Ideabook è stato originariamente pubblicato il 4 aprile 2018 e poi aggiornato
Tocca a te! Hai un glicine in fiore? Condividi una foto nei Commenti qui sotto
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