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Piante Rampicanti per Giardini (o Balconi) Segreti
In vaso o in piena terra, poche piante come i rampicanti sono in grado di conferire fascino e colore ai vostri esterni
Lidia Zitara
2015年10月21日
Raramente un giardino può fare a meno dei rampicanti. Per proteggere dal vento o dagli sguardi sono infatti insuperabili. La cascata di colori con cui rivestono muri, pergolati, ringhiere o graticci, è impagabile.
Veloci nella crescita, morbidi nel portamento, alla loro versatilità coniugano una buonissima resistenza alle avversità e alla mancanza di cure. Sono in genere piante che tollerano un secco prolungato, senza contare il fatto che moltissime sono profumate. I rampicanti inoltre non si accrescono solo verso l’alto, ma anche lateralmente, e alcuni sono così flessuosi che possono essere usati come piante ricadenti.
Il loro punto debole è che qualcuno tra i più belli non è troppo rustico, e sopporta malamente i freddi invernali. Altri sono spoglianti, per cui se l’intento è quello di ottenere privacy, sarà meglio accompagnarli con rampicanti sempreverdi come l’edera.
Molti si prestano alla coltura in vaso (le rose rampicanti fanno eccezione), e altri hanno crescita così limitata e compatta che possono essere usati come piante decombenti cassette da balcone.
Hanno bisogno di un tutore, specie i rampicanti più erbacei, come le Clematis. Create il tutore prima, e poi scegliete il rampicante adatto.
Veloci nella crescita, morbidi nel portamento, alla loro versatilità coniugano una buonissima resistenza alle avversità e alla mancanza di cure. Sono in genere piante che tollerano un secco prolungato, senza contare il fatto che moltissime sono profumate. I rampicanti inoltre non si accrescono solo verso l’alto, ma anche lateralmente, e alcuni sono così flessuosi che possono essere usati come piante ricadenti.
Il loro punto debole è che qualcuno tra i più belli non è troppo rustico, e sopporta malamente i freddi invernali. Altri sono spoglianti, per cui se l’intento è quello di ottenere privacy, sarà meglio accompagnarli con rampicanti sempreverdi come l’edera.
Molti si prestano alla coltura in vaso (le rose rampicanti fanno eccezione), e altri hanno crescita così limitata e compatta che possono essere usati come piante decombenti cassette da balcone.
Hanno bisogno di un tutore, specie i rampicanti più erbacei, come le Clematis. Create il tutore prima, e poi scegliete il rampicante adatto.
Vite comune e altri tipi di vite
La vite (Vitis vinifera) è in assoluto la pianta rampicante più diffusa in Italia e nel mondo.
La sua bellezza è nota, tanto che potremmo dire che il tralcio di vite è uno dei motivi decorativi più antichi.
È spogliante, quindi può essere usata per l’ombra in estate, ma concederà al sole di filtrare, in inverno. È di semplice coltivazione, ma per crescere bene ha bisogno di un terreno lavorato molto in profondità (almeno 50 cm), non sabbioso.
La vite si aggrappa i muri e a ogni sostegno con piccoli viticci, quindi ha bisogno di molto spazio. Se piantate vicino erbacee o arbusti con apparato radicale fragile, la vite li sommergerà ben presto.
Le cosiddette “viti americane” sono la Parthenocissus tricuspidata e la P. quinquefolia, che hanno necessità colturali simili. Nel tempo possono ricoprire spazi enormi, interi fabbricati. Mentre la “vite canadese” è l’Ampelopsis. Anche questa ha la caratteristica di arrossare le foglie in autunno.
Sono tutte spoglianti e richiedono tutori molto robusti, oltre che una parete alla quale aggrapparsi.
La vite (Vitis vinifera) è in assoluto la pianta rampicante più diffusa in Italia e nel mondo.
La sua bellezza è nota, tanto che potremmo dire che il tralcio di vite è uno dei motivi decorativi più antichi.
È spogliante, quindi può essere usata per l’ombra in estate, ma concederà al sole di filtrare, in inverno. È di semplice coltivazione, ma per crescere bene ha bisogno di un terreno lavorato molto in profondità (almeno 50 cm), non sabbioso.
La vite si aggrappa i muri e a ogni sostegno con piccoli viticci, quindi ha bisogno di molto spazio. Se piantate vicino erbacee o arbusti con apparato radicale fragile, la vite li sommergerà ben presto.
Le cosiddette “viti americane” sono la Parthenocissus tricuspidata e la P. quinquefolia, che hanno necessità colturali simili. Nel tempo possono ricoprire spazi enormi, interi fabbricati. Mentre la “vite canadese” è l’Ampelopsis. Anche questa ha la caratteristica di arrossare le foglie in autunno.
Sono tutte spoglianti e richiedono tutori molto robusti, oltre che una parete alla quale aggrapparsi.
Plumbago capensis
Viene spesso chiamato “gelsomino azzurro”, ma con il gelsomino non ha nulla a che fare. È originario di Asia e Africa, e vive molto bene anche nelle regioni più fresche d’Italia, dove può trascorrere l’inverno fuori, con la base ben coperta da pacciamatura e foglie secche. In queste condizioni potrebbe perdere la parte aerea, rigettando poi in primavera.
La sua incantevole fioritura azzurra in piena estate regala al giardino un’atmosfera fresca e pacata. La profuisione dei fiori, che purtroppo non profumano, ne fanno una pianta insostituibile.
Ne esiste una cultivar dal colore azzurro scruro, denominata ‘Bleu Foncé’ (in foto).
Viene spesso chiamato “gelsomino azzurro”, ma con il gelsomino non ha nulla a che fare. È originario di Asia e Africa, e vive molto bene anche nelle regioni più fresche d’Italia, dove può trascorrere l’inverno fuori, con la base ben coperta da pacciamatura e foglie secche. In queste condizioni potrebbe perdere la parte aerea, rigettando poi in primavera.
La sua incantevole fioritura azzurra in piena estate regala al giardino un’atmosfera fresca e pacata. La profuisione dei fiori, che purtroppo non profumano, ne fanno una pianta insostituibile.
Ne esiste una cultivar dal colore azzurro scruro, denominata ‘Bleu Foncé’ (in foto).
Rose e caprifogli
Le rose rampicanti non si prestano molto alla coltivazione in vaso o sul balcone (in quel caso scegliete rose di taglia ridotta e piuttosto rifiorenti, da sostituire quando saranno diventate troppo grandi), ma sono insostituibili in piena terra. La varietà di colori, rifiorenza, profumi, forma del fiore, è veramente sterminata, per cui scegliete con cura. Tra le rose rampicanti più belle ‘Pierre de Ronsard’, ‘New Dawn’, ‘Climbing Iceberg’, ‘Constance Spy’, ‘Mme Alfred Carriére’, ‘Laure Davoust’ (molto diffusa in Italia), ‘Dorothy Perkins’, a fiore tardivo.
I caprifogli (Lonicera peryclimenum e L. caprifolium) hanno una gran quantità di specie, purtroppo non tutte reperibili con facilità. I fiori possono essere di forme differenti e variare anche nel colore, ma sempre nella gamma di sfumature che vanno dal giallo, all’albicocca, al rosso.
La cultivar più nota e amata è ‘Serotina’, per il suo profumo intenso.
Il caprifoglio si presta a posizioni non semplici, come l’ombra asciutta.
Le rose rampicanti non si prestano molto alla coltivazione in vaso o sul balcone (in quel caso scegliete rose di taglia ridotta e piuttosto rifiorenti, da sostituire quando saranno diventate troppo grandi), ma sono insostituibili in piena terra. La varietà di colori, rifiorenza, profumi, forma del fiore, è veramente sterminata, per cui scegliete con cura. Tra le rose rampicanti più belle ‘Pierre de Ronsard’, ‘New Dawn’, ‘Climbing Iceberg’, ‘Constance Spy’, ‘Mme Alfred Carriére’, ‘Laure Davoust’ (molto diffusa in Italia), ‘Dorothy Perkins’, a fiore tardivo.
I caprifogli (Lonicera peryclimenum e L. caprifolium) hanno una gran quantità di specie, purtroppo non tutte reperibili con facilità. I fiori possono essere di forme differenti e variare anche nel colore, ma sempre nella gamma di sfumature che vanno dal giallo, all’albicocca, al rosso.
La cultivar più nota e amata è ‘Serotina’, per il suo profumo intenso.
Il caprifoglio si presta a posizioni non semplici, come l’ombra asciutta.
Thunbergia grandiflora
Rampicante vigorosissima con fogliame semipermanente, permanente in climi caldi. La Thunbergia è in grado di ricoprire interi edifici nell’arco di qualche anno, ma in genere viene utilizzata per ricoprire ringhiere e reti perimetrali. Ha bisogno di irrigazioni solo i primi due o tre anni, dopodiché si affranca completamente anche in climi caldi e torridi. Fioritura ininterrotta durante l’estate, che in climi caldi si protrae fino a dicembre.
Da non dimenticare la specie erecta, che è un arbusto da vaso, con fusti prima rigidi poi lassi e fiori più piccoli e più scuri, e la specie alata, nota come “black eyed susan”, che è un’annuale a fiori gialli, bianchi o rossi.
Spesso la Thunbergia grandiflora viene confusa con la Tibouchina urvilleana, un arbusto a foglie grandi e vellutate e fiori azzurro violaceo.
Rampicante vigorosissima con fogliame semipermanente, permanente in climi caldi. La Thunbergia è in grado di ricoprire interi edifici nell’arco di qualche anno, ma in genere viene utilizzata per ricoprire ringhiere e reti perimetrali. Ha bisogno di irrigazioni solo i primi due o tre anni, dopodiché si affranca completamente anche in climi caldi e torridi. Fioritura ininterrotta durante l’estate, che in climi caldi si protrae fino a dicembre.
Da non dimenticare la specie erecta, che è un arbusto da vaso, con fusti prima rigidi poi lassi e fiori più piccoli e più scuri, e la specie alata, nota come “black eyed susan”, che è un’annuale a fiori gialli, bianchi o rossi.
Spesso la Thunbergia grandiflora viene confusa con la Tibouchina urvilleana, un arbusto a foglie grandi e vellutate e fiori azzurro violaceo.
Bignonie
La famiglia delle bignoniacee è sterminata e i doni che ha fatto al giardinaggio sono pregevoli.
La comune bignonia (Campsis radicans) a fiore arancione ha forse subito un’inflazione estetica vista la sua diffusione capillare per via della vistosità dei fiori estivi e della sua ottima resistenza al freddo.
Tuttavia esistono due cultivar meno diffuse e altrettanto pregevoli, ma senza l’abbondanza della specie comune: ‘Flava’ (in foto), dal color albicocca pastello, e ‘Yellow Trumpet’, giallo più squillante.
Tra le bignoniacee da ricordare: Mansoa alliacea (che però ha un intenso profumo di aglio), Bignonia capreolata, Campsis x tagliabuana ‘Madame Galen’, Tecoma stans, Tecomaria capensis (Tecoma capensis), Pyrostegia venusta, Distictis buccinatoira, Macfadyena unguis-cati, Clytostoma hydrangeoides, Podranea ricasoliana, Pandorea jasminoides ‘Contessa Sara’.
Queste sono solo alcune tra le specie più coltivate e amate della famiglia delle bignoniacee, che conviene imparare a conoscere!
La famiglia delle bignoniacee è sterminata e i doni che ha fatto al giardinaggio sono pregevoli.
La comune bignonia (Campsis radicans) a fiore arancione ha forse subito un’inflazione estetica vista la sua diffusione capillare per via della vistosità dei fiori estivi e della sua ottima resistenza al freddo.
Tuttavia esistono due cultivar meno diffuse e altrettanto pregevoli, ma senza l’abbondanza della specie comune: ‘Flava’ (in foto), dal color albicocca pastello, e ‘Yellow Trumpet’, giallo più squillante.
Tra le bignoniacee da ricordare: Mansoa alliacea (che però ha un intenso profumo di aglio), Bignonia capreolata, Campsis x tagliabuana ‘Madame Galen’, Tecoma stans, Tecomaria capensis (Tecoma capensis), Pyrostegia venusta, Distictis buccinatoira, Macfadyena unguis-cati, Clytostoma hydrangeoides, Podranea ricasoliana, Pandorea jasminoides ‘Contessa Sara’.
Queste sono solo alcune tra le specie più coltivate e amate della famiglia delle bignoniacee, che conviene imparare a conoscere!
Piselli odorosi
Ecco una pianta rampicante di cui non si può davvero fare a meno!
Ne esistono numerose specie, alcune perenni, purtroppo non semplicissime da trovare in Italia, e una numero davvero impressionante di cultivar.
I fiori abbracciano tutto lo spettro dei colori, dal bianco all’azzurro chiaro, al viola intenso, al rosa. L’unica tinta non troppo ben rappresentata è il giallo, che è presente nei toni rosati del pesca.
La bellezza dei piselli odorosi è nota, ma ancor di più il loro profumo di mile, che attira gli insetti impollinatori.
In climi arsi e torridi fioriranno prima, abbondantemente, per poi spegnersi, mentre in climi più freschi i fiori si mantengono un po’ di più.
Possono essere seminati in situ al piede di arbusti e altri rampicanti, che fungeranno da sostegno e che impreziosiranno coi loro piccoli fiori.
Nota colturale importante: se li lascerete andare a seme, appassiranno senza più fiorire, perciò lasciate solo un paio di baccelli e rimondate frequentemente lo sfiorito.
Ecco una pianta rampicante di cui non si può davvero fare a meno!
Ne esistono numerose specie, alcune perenni, purtroppo non semplicissime da trovare in Italia, e una numero davvero impressionante di cultivar.
I fiori abbracciano tutto lo spettro dei colori, dal bianco all’azzurro chiaro, al viola intenso, al rosa. L’unica tinta non troppo ben rappresentata è il giallo, che è presente nei toni rosati del pesca.
La bellezza dei piselli odorosi è nota, ma ancor di più il loro profumo di mile, che attira gli insetti impollinatori.
In climi arsi e torridi fioriranno prima, abbondantemente, per poi spegnersi, mentre in climi più freschi i fiori si mantengono un po’ di più.
Possono essere seminati in situ al piede di arbusti e altri rampicanti, che fungeranno da sostegno e che impreziosiranno coi loro piccoli fiori.
Nota colturale importante: se li lascerete andare a seme, appassiranno senza più fiorire, perciò lasciate solo un paio di baccelli e rimondate frequentemente lo sfiorito.
Rhyncospermum e gelsomini
Spesso si confondono due generi totalmente diversi, il Rhyncospermum (falso gelsomino) e il gelsomino vero e proprio (Jasminum).
Ippolito Pizzetti biasimava la disabitudine ai nomi botanici dicendo che l’italiano medio si fa guidare da una formula superficiale: fiore bianco + rampicante + profumo = gelsomino.
Oggi gli italiani hanno per fortuna imparato a capire che il falso gelsomino o gelsomino cinese (Rhyncospermum) è molto più rustico del Jasminum e che - a differenza di quello - si riproduce con difficoltà.
La resistenza a freddo, intemperie, ombra e capacità di sostenere la coltivazione in vaso, hanno reso il Rhyncospermum un po’ il prezzemolo di ogni balcone, tanto che le varietà a foglia marmorizzata (qui R. asiaticum ‘Tricolor’) come ‘Gold Brocade’ hanno riscosso molto successo, sebbene necessitino di una maggiore insolazione.
I gelsomini invece sono molto più delicati e hanno fioriture differenziate a seconda della specie (ad esempio il J. polyanthum fiorisce in inverno, il J. officinale in estate), portamenti diversissimi, ma sempre un gradevole profumo. Sono tra le piante di cui davvero non si può fare a meno!
Spesso si confondono due generi totalmente diversi, il Rhyncospermum (falso gelsomino) e il gelsomino vero e proprio (Jasminum).
Ippolito Pizzetti biasimava la disabitudine ai nomi botanici dicendo che l’italiano medio si fa guidare da una formula superficiale: fiore bianco + rampicante + profumo = gelsomino.
Oggi gli italiani hanno per fortuna imparato a capire che il falso gelsomino o gelsomino cinese (Rhyncospermum) è molto più rustico del Jasminum e che - a differenza di quello - si riproduce con difficoltà.
La resistenza a freddo, intemperie, ombra e capacità di sostenere la coltivazione in vaso, hanno reso il Rhyncospermum un po’ il prezzemolo di ogni balcone, tanto che le varietà a foglia marmorizzata (qui R. asiaticum ‘Tricolor’) come ‘Gold Brocade’ hanno riscosso molto successo, sebbene necessitino di una maggiore insolazione.
I gelsomini invece sono molto più delicati e hanno fioriture differenziate a seconda della specie (ad esempio il J. polyanthum fiorisce in inverno, il J. officinale in estate), portamenti diversissimi, ma sempre un gradevole profumo. Sono tra le piante di cui davvero non si può fare a meno!
Hardenbergia violacea
Più un arbusto che una rampicante, è poco conosciuta ma meriterebbe maggiore diffusione.
L’Hardenbergia, dai tipici fiori a grappolo delle leguminose, teme il caldo troppo cocente e l’insolazione diretta, dove il clima è afoso. Meglio una posizione in illuminazione parziale (ma non di mezz’ombra). Non ha bisogno di molte accortezze, se non di un buon terreno di impianto e occasionali nebulizzazioni se l’aria è secca.
È purtroppo soggetta alla cocciniglia.
Simile è la Duranta repens, (famiglia delle Verbenaceae) che ha fiori più azzurrati, e che diventa un arbusto piuttosto alto, con fusti semilegnosi e lassi. Entrambi possono essere addossati ad un muro o a una staccionata.
Più un arbusto che una rampicante, è poco conosciuta ma meriterebbe maggiore diffusione.
L’Hardenbergia, dai tipici fiori a grappolo delle leguminose, teme il caldo troppo cocente e l’insolazione diretta, dove il clima è afoso. Meglio una posizione in illuminazione parziale (ma non di mezz’ombra). Non ha bisogno di molte accortezze, se non di un buon terreno di impianto e occasionali nebulizzazioni se l’aria è secca.
È purtroppo soggetta alla cocciniglia.
Simile è la Duranta repens, (famiglia delle Verbenaceae) che ha fiori più azzurrati, e che diventa un arbusto piuttosto alto, con fusti semilegnosi e lassi. Entrambi possono essere addossati ad un muro o a una staccionata.
Mandevilla/Dipladenia
Originaria dell’America meridionale, la Mandevilla, detta anche Dipladenia, è una parente di pervinche e oleandri, appartiene infatti alla famiglia delle apocinacee (Apocynaceae).
È piuttosto delicata e non cresce molto, perlomeno non nel clima italiano, tanto che si è diffuso l’uso di piantarla in cassette da balcone in sostituzione dei gerani. Molto amata dai commercianti per il suo prestarsi a pianta stagionale estiva, è spesso usata per ingentilire gli ingressi di bar e gelaterie.
Preferirebbe - invece di un vaso a sé - essere mescolata ad arbusti e altri rampicanti. Dato il suo aspetto leggero, che contrasta con il fogliame un po’ grossolano, la Mandevilla ha bisogno di un sostegno più formale che materiale.
Da non confondere con l’Allamanda cathartica, un’altra apocinacea, ma dal fiore giallo intenso.
Originaria dell’America meridionale, la Mandevilla, detta anche Dipladenia, è una parente di pervinche e oleandri, appartiene infatti alla famiglia delle apocinacee (Apocynaceae).
È piuttosto delicata e non cresce molto, perlomeno non nel clima italiano, tanto che si è diffuso l’uso di piantarla in cassette da balcone in sostituzione dei gerani. Molto amata dai commercianti per il suo prestarsi a pianta stagionale estiva, è spesso usata per ingentilire gli ingressi di bar e gelaterie.
Preferirebbe - invece di un vaso a sé - essere mescolata ad arbusti e altri rampicanti. Dato il suo aspetto leggero, che contrasta con il fogliame un po’ grossolano, la Mandevilla ha bisogno di un sostegno più formale che materiale.
Da non confondere con l’Allamanda cathartica, un’altra apocinacea, ma dal fiore giallo intenso.
Antigonon leptopus
Una bellissima e poco conosciuta pianta rampicante purtroppo molto delicata, da coltivare in serra o da ricoverare all’interno in inverno. È infatti originaria del Messico. Ha una base legnosa e poi fusti ritti ed erbacei.
Il fogliame fine e il color rosa corallo dei fiori ne fa una presenza preziosa in un vaso. Gradisce un terreno con scarsa presenza di azoto, quindi evitate ammendanti come il letame.
Altri bellissimi rampicanti insoliti sono il Phaseolus caracalla, l’Akebia quinata, Ipomoea cairica (ipomea perenne), Polygonum baldshuanicum (a crescita rapidissima), Cobaea scadens, Aristolochia elegans.
Una bellissima e poco conosciuta pianta rampicante purtroppo molto delicata, da coltivare in serra o da ricoverare all’interno in inverno. È infatti originaria del Messico. Ha una base legnosa e poi fusti ritti ed erbacei.
Il fogliame fine e il color rosa corallo dei fiori ne fa una presenza preziosa in un vaso. Gradisce un terreno con scarsa presenza di azoto, quindi evitate ammendanti come il letame.
Altri bellissimi rampicanti insoliti sono il Phaseolus caracalla, l’Akebia quinata, Ipomoea cairica (ipomea perenne), Polygonum baldshuanicum (a crescita rapidissima), Cobaea scadens, Aristolochia elegans.
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